Il governo francese ha approvato l'etichettatura relativa ai costi ambientali per i prodotti tessili
01 ott 2025
Il 6 settembre 2025, il Governo francese ha pubblicato il Decreto n. 2025-957 e il relativo decreto ministeriale che definiscono le modalità di calcolo e comunicazione del costo ambientale (coût environnemental) dei prodotti tessili di abbigliamento sul mercato francese, con l’obiettivo di informare i consumatori sull’impatto ambientale di tali prodotti.
Cos’è il costo ambientale istituito dalla Francia?
Il costo ambientale, precedentemente noto come “éco-score”, è parte integrante del sistema francese di etichettatura ambientale per i tessili, introdotto dalla legge AGEC e formalizzato dalla legge Climat et Résilience del 2021. Questa versione aggiornata del costo ambientale prevede l’esposizione di un punteggio numerico specifico sull’etichetta del prodotto: più il punteggio è basso, minore è l’impatto ambientale del prodotto.
Come viene calcolato il costo ambientale?
Ecobalyse è lo strumento ufficiale sviluppato dal governo francese per il calcolo e la comunicazione dell’impatto ambientale dei prodotti tessili. Il costo ambientale di un prodotto è determinato sulla base di 16 indicatori chiave, tra cui le emissioni di gas serra, l’uso di acqua e suolo, il consumo di energia, l’esaurimento delle risorse minerali, nonché la tossicità per l’uomo e gli ecosistemi. Questo sistema di valutazione si basa sui principi del Life Cycle Assessment (LCA) e rappresenta un adattamento semplificato della metodologia Product Environmental Footprint (PEF).
In aggiunta agli indicatori PEF, due criteri fissi si applicano ai capi di abbigliamento: uno penalizza l’esportazione di abiti usati fuori dall’UE, mentre l’altro valuta i materiali in base al rilascio di microfibre plastiche durante il lavaggio.
A chi si applica?
La normativa sull’etichettatura del costo ambientale si applica a tutte le aziende che vendono abbigliamento e prodotti tessili in Francia, inclusi brand, distributori e importatori, indipendentemente dalla loro origine. Il decreto non prevede esplicitamente esenzioni per i piccoli brand della moda né soglie dimensionali per le aziende.
Quali categorie di prodotti sono coinvolte?
Il costo ambientale si applica ai capi che contengono almeno l’80% di materiali tessili. Scarpe e accessori, anche se con componenti tessili, sono esclusi.
Prodotti coperti:
- Boxer/slip
- Calzini, camicie
- Jeans
- Gonne/abiti
- Costumi da bagno
- Cappotti /giacche
- Pantaloni/shorts
- Maglioni
- T-shirt/polo
Prodotti esclusi:
- Prodotti tessili non destinati all’abbigliamento (biancheria per la casa, teli per copertura, ecc ecc.)
- Prodotti di seconda mano
- Abbigliamento usa e getta
- Abbigliamento tessile con componenti elettronici
- Abbigliamento tessile di cui oltre il 20% della massa è costituito da materiali il cui impatto ambientale non è modellato nella metodologia
- Dispositivi di protezione individuale (DPI)
Tempistiche
- Da ottobre 2025: i brand possono, su base volontaria, calcolare e pubblicare il costo ambientale dei loro prodotti sul portale pubblico, consentendo ai consumatori di valutare l’impronta ecologica degli articoli di abbigliamento.
- Da ottobre 2026: in mancanza di pubblicazione da parte del brand, qualsiasi terza parte (distributori, ONG, ecc.) potrà pubblicare il costo ambientale per conto dei brand senza necessità di autorizzazione preventiva.
Modalità di esposizione del punteggio
La visualizzazione del punteggio deve includere la dicitura "Coût environnemental" in alto, con un pittogramma che indica i punti di impatto per prodotto e per 100 grammi. Deve inoltre rispettare l’impostazione grafica definita nel decreto ufficiale senza modifiche e sempre essere ridimensionata in modo proporzionale (omotetico), con dimensioni almeno pari al carattere del prezzo o di altri punteggi ambientali esposti, sia sul prodotto, sull’imballaggio, sui espositori in negozio o sulle piattaforme online.

Link alla legislazione: